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à la maison…

19 giugno, 2008

È martedi, la sveglia è puntata alle 3.00 del mattino. Tutti in piedi in un attimo, non sentiamo il sonno; l’adrenalina è altissima. Si parte per Zurigo senza Stan, anche se è una “mancanza” solo fisica (comunque era con noi). Stavolta non si parte per una partita, ma per la partita: c’è Italia-Francia.

1. Il viaggio
È la seconda volta che saliamo in Svizzera. La strada sembra nostra. Ci sentiamo a nostro agio. Anche questa volta andiamo senza tom tom…solo cartine stampate da internet…siamo nostalgici… Tra una sigaretta e una “sosta tecnica”, un panino con la mortazza alle 9 del mattino e una gazzetta, un messaggero e una mucca che pascola nei campi piovosi della campagna svizzera, arriviamo a Zurigo (anche grazie alla precisione di Br4d e al fiuto di Paul) verso l’ora di pranzo. La tensione mista all’emozione allontana la fame.
Eccoci, ci siamo!

2. La città

Zurigo è carina, più metropolitana e più dispersiva di Berna. Rispetto a Roma naturalmente non c’è paragone. il nostro B&B è fichissimo: lo definiamo cosi perché ci vuole tantissima creatività per definirlo un B&B “tradizionale”: fatto di materiali “riciclati” e in stile minimalista tanto da dormire sugli europallet. 🙂
Zurigo comunque non ci ha entusiasmato, non ci ha accolto. Forse perché noi siamo saliti solo per il punto 3.

3. La partita
basta con le menate: viaggio, panorami, città passan tutti in secondo piano. Siamo lì perché ci giochiamo tutto con gli “odiati” cugini francesi. O dentro o fuori, tutto in 180 minuti, 90 dei quali non dipendono da noi. I segnali di coraggio arrivano anche dall’italia. Stanley ribadisce: “vincere. e vinceremo!”.
A Zurigo l’atmosfera è stranissima: camminando per il centro ci son più bagarini che tifosi. La strada per lo stadio è deserta. Incontriamo solo qualche tifoso spaesato.
La scaramanzia la fa da padrona: vecchie maglie, vecchi giubbini, vecchie bandiere ma soprattutto niente visi colorati dai gessetti!
Dentro lo stadio ci sentiamo meglio, anche se stiamo in silenzio fino all’inno italiano. La partita l’avete vista tutti, ma il crescendo di emozioni non si può descrivere.
Per il resto “adieu les bleus“…